Salento, terra tra i due mari, terra di conquista, terra che conquista... penisola di secolari ulivi, infinito mare che il vento fa muovere al ritmo della malinconia. Serpenti di muretti a secco sembrano strisciare sulle bollenti serre che rompono la monotonia del territorio. Odore di oro appena mietuto pizzica l'olfatto creando suggestioni mediterranee. E poi, mare, sabbia, strapiombi e verticalismi che penetrano il trasparente azzurro dell'acqua e sembrano voler raggiungere gli inferi.
Grecìa Salentina, isola di millenarie parole di ellenica memoria. Popolo di poesia e di stornello. Oriente ed occidente contemporaneamente, uniti da volti e rughe dei contadini, cuore e anima dei nostri ricordi.
Volti di santi benedicono con mano bizantina nelle fredde e umide cripte di papades greci, intenti all'annusare la medicantosa pianta di papavero, rimedio di ogni male se adoperata con parsimoniosa saggezza, estasi dei sensi nelle mani dell'immaturo novizio.
Schiene piegate sui codici di paziente e serena cultura monacale. Calogeri intenti a copiare l'antico sapere dell'uomo miracolosamente scampato all'incolto e al barbaro.
Nove sono i comuni scampati all'erosione culturale del tempo. Ultimo lembo di grecità che nel medioevo comprendeva una porzione di Salento molto più estesa.
Calimera, Castrignano dei greci, Corigliano d'Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino, (Carpignano e Cutrofiano fanno parte dell'Unione dei Comuni della Grecìa salentina) rappresentano la residua grecità di questo lembo d'Italia.
I contatti e le migrazioni di popolazioni di origine egea nel salento, sono attestate già nel periodo miceneo e sono continuate per tutta l'età classica.
La lingua grica (così è chiamato il greco salentino) è però probabilmente, derivante dalla colonizzazione bizantina dell'Italia meridionale a partire dal VI sec. d.C.
Dopo il definitivo abbandono degli imperatori d'Oriente di Terra d'Otranto, la cultura orientale è sopravvissuta anche con i nuovi dominatori: Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi ecc.
Questo testimonia quanto tale cultura fosse radicata nel popolo.
Nel XVI sec. il Concilio di Trento osteggiò in maniera decisa ogni forma di cultura che si allontanasse da quella latina. Iniziarono tempi molto duri per i greco-cattolici salentini che nel giro di un secolo abbandonarono la religione orientale per seguire quella occidentale. Ancora nel settecento, però, ci sono testimonianze di battezzi e matrimoni alla maniera greca.
Da questo momento in poi, anche la lingua subirà via, via, un costante ma inarrestabile degrado anche se, agli inizi del ‘900, la quasi totalità dei cittadini della Grecìa parlavano in greco ignorando quasi del tutto il dialetto latino e soprattutto l'Italiano. L'istruzione obbligatoria ha dato il colpo finale all'idioma. I bambini che a scuola parlavano in greco venivano puniti o addirittura picchiati perchè i maestri la consideravano la lingua dei meno abbienti e quindi doveva essere dimenticata. Oggi, ancora una buona percentuale di persone si esprime in grico, anche se i giovani non la conoscono più. |