Per la sua naturale posizione la Puglia è stata, fin dagli albori della civiltà, al centro di scambi culturali e commerciali tra tutti i popoli del Mediterraneo.
Il Salento, estremo lembo della regione, conserva tracce indelebili delle civiltà che hanno abitato e caratterizzato questa terra.
Le testimonianze archeologiche attraversano per intero tutta la storia dell'umanità, partendo dai ritrovamenti paleontologici e paletnologici delle grotte che punteggiano il carsico territorio salentino, passando attraverso la Grotta dei Cervi, santuario pittorico del Neolitico, per giungere alle poleis messapiche, agli insediamenti greci e alla lunga dominazione romana, a seguito della quale il Salento avrebbe continuato a costituire un naturale ponte rivolto verso l'altra sponda dell'Adriatico.
Data l'impossibilità di riportare in dettaglio tutte le informazioni su scavi e ritrovamenti archeologici, ci soffermeremo sulle testimonianze più note ed interessanti. Lecce
L'attuale città sorge su un preesistente insediamento messapico (forse un sobborgo della vicina Rudiae) del quale, occasionalmente, sono state scoperte tracce di mura e tombe. Con la caduta della civiltà messapica e l'avanzare di quella romana, intorno al II sec. d.C. Lupiae (così era chiamata Lecce) venne progressivamente emergendo sugli altri centri, diventando prima municipium e successivamente colonia . Al tempo dell'imperatore Adriano (117- 138 d.C.) la città fu dotata di un collegamento col Porto di Adriano (l'attuale San Cataldo). Allo stesso periodo risalgono il grande Anfiteatro di Piazza Sant'Oronzo e il Teatro, ubicato sempre nel centro storico, mentre vestigia della lunga dominazione romana sono conservate presso il Museo Provinciale “S. Castromediano” e presso il Museo del Teatro Romano. Rudiae
Della patria del poeta Quinto Ennio (239- 169 a.C.) non resta che una zona archeologica alle porte di Lecce. La città fu prima un importante centro messapico e successivamente fu municipium romano, prima di essere abbandonata a favore di Lupiae. Del periodo messapico si conservano tracce delle possenti mura, realizzate a perimetri concentrici per opporre maggiore resistenza agli attacchi, strade e numerose tombe ipogee. I romani vi fecero costruire un anfiteatro e altri edifici dei quali si conservano solo le fondamenta. Cavallino
Frequentato fin dall'Età del Bronzo, Cavallino fu un importante e vasto centro messapico con ampie strade pavimentate, case di pietra coperte a tegole, cisterne per la raccolta delle acque, magazzini per le derrate. L'abitato, difeso da possenti circuiti murari alla maniera messapica, raggiunse la sua massima espansione tra VI e V sec. a.C. come testimoniano i ritrovamenti di sepolture con corredo composto da vasi in bronzo e ceramica attica. Forse per il prevalere della vicina Rudiae, l'antica Cavallino perse di importanza a partire dal V sec. a.C. fino ad essere abbandonata. Gallipoli
Le origini di Gallipoli (dal greco kalè- polìs , città bella ) sono avvolte dal fascino del mito. Dionigi di Alicarnasso riporta la notizia secondo la quale lo spartano Leucippo riuscì con uno stratagemma degno di Ulisse a strappare la città agli indigeni, conquistando il diritto di governarla. Centro di origine messapica, il cui nome era Anxa , Gallipoli è costituita da una parte vecchia, che si sviluppa su un vasto isolotto e dal Borgo ottocentesco. La conformazione della città vecchia, arroccata sull'isolotto, ha ostacolato scavi e ricerche di ogni genere. Tuttavia, presso il Museo Civico “E. Barba”, nella sezione archeologica, sono conservati reperti messapici, ceramica e crateri proto- italioti e una ricca collezione numismatica. Roca Vecchia
Il sito di Roca Vecchia vanta una frequentazione umana che affonda le radici nel Neolitico. A questo periodo risalgono tracce di insediamenti di capanne primordiali.
Durante il periodo messapico Roca Vecchia fu cinta da un possente circuito murario (IV- III sec. a.C.) realizzato, secondo la tipologia costruttiva messapica, con blocchi squadrati di pietra di enormi dimensioni, al fine di innalzare delle titaniche mura inespugnabili. Il centro abitato si sviluppava verso la costa e interessava anche diversi isolotti e scogli. La campagna di scavi ha riportato alla luce una serie di fondazioni su più livelli, segno che il centro continuò ad essere abitato per secoli. Notevoli i corredi funebri riportati alla luce, composti da monete, trozzelle messapiche e vasi apuli a figure rosse. Otranto
Il nome della città più orientale d'Italia deriva, secondo alcuni, da Òdronto che indicò in origine una altura presso il porto, la quale ha restituito le reliquie più antiche dell'abitato. Tale altura sarebbe diventata successivamente l'acropoli della polis ellenizzata e avrebbe conservato nei secoli il ruolo di centralità, tanto che nel periodo bizantino vi fu costruita la Chiesa di San Pietro, la Basilica della Otranto bizantina. Conquistata dai romani Hydruntum divenne municipium e contese a lungo a Brindisi il ruolo di principale porto con l'altra sponda dell'Adriatico. Del periodo romano si conservano due monumentali steli marmoree con epigrafi che ricordano gli imperatori M. Aurelio Antonino e L. Aurelio Vero (II sec. d.C.). Gli albori del Cristianesimo sono testimoniati da tombe e catacombe che puntualmente emergono in occasione di scavi e studi. Notevole la sepoltura ad arcosolio della Cattedrale dell'Annunziata. Muro Leccese
Il territorio di Muro è abitato fin dalla notte dei tempi, come testimoniano ritrovamenti del Neolitico e dell'Età del Bronzo. Il centro divenne, probabilmente a cavallo tra la prima e la seconda metà del I millennio a.C., un importante centro messapico di vaste proporzioni, dato che il suo circuito murario era secondo solo a quello di Ugento, considerato il più grande centro messapico del Salento, tanto che il nome Muro potrebbe forse essere attribuito proprio alle imponenti fortificazioni. Al centro del paese è stata riportata alla luce una parte dell'antico abitato messapico con le sue strade, le fondamenta delle case e degli edifici pubblici. |
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