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In grico il termine calimera ha il significato di “buongiorno”, anche se, probabilmente, riferito al centro abitato, può essere interpretato meglio con il significato di “bel luogo”. Il nucleo abitato sorge su una postazione di sosta per cavalli che si trovava sulla via Traiano-calabra, prolungamento della via Appia, che collegava Lecce con il porto di Otranto.
Il territorio è ricco di testimonianze protostoriche, in particolar modo i dolmen Placa e Gurgulante , che testimoniano una frequentazione del territorio già nel periodo neolitico e nell'età del bronzo.
La storia di Calimera è intrecciata con quella della vicina Martano, da cui si è staccata amministrativamente nel 1599. Signori feudatari furono gli Hugot, i Gesualdo, i Cataleda. Dell'originario borgo antico, sono rimaste poche tracce ma, nel corso del XX secolo, Calmiera è stato uno dei centri grecofoni più attivi dal punto di vista della ricerca e conservazione della lingua grica. In tale ambito si ricordano degli importanti letterati quali, Vito Domenico Palumbo, Giuseppe Gabrieli, Pasquale Lefons, Giannino Aprile ecc. |
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